Libia, la fine delle sanzioni gioca a favore dell'Italia. Assieme al Piano Mattei

21.11.2024

Atteso entro fine anno lo sblocco delle sanzioni per il fondo sovrano Libyan Investment Authority, in passato grande investitore nel nostro Paese



Mentre il governo di Giorgia Meloni entra nel vivo del Piano Mattei, in Libia sono ripartite le grandi manovre. L'Italia sta infatti tentando di ritagliarsi nuovamente un ruolo fra Misurata, Bengasi e Tripoli. E l'occasione è dietro l'angolo grazie alla potenza di fuoco del fondo sovrano libico, Libyan Investment Authority. Entro fine anno si attende infatti lo sblocco delle sanzioni da parte delle Nazioni Unite che hanno finora congelato e condizionato le scelte di investimento del fondo. 

Ad avere un ruolo chiave nella partita dei futuri investimenti del Libyan Investment Authority è Ali Mahmoud Hassan Mohamed, che guida il fondo da circa 18 anni. Manager che è anche membro esecutivo della First Energy Bank B.S.C., realtà finanziaria di cui il fondo sovrano libico detiene il 16,25 per cento. Sarà lui che dovrà orientare le decisioni del fondo che ha in portafoglio asset di vario tipo per poco meno di 70 miliardi di dollari investiti in 550 aziende fra Africa, Europa, Asia e Nord America. 

Ma come si è mossa finora questa primaria realtà finanziaria che già in passato ha sostenuto investimenti nel nostro Paese? Il fondo opera attraverso cinque sussidiarie: LAFICO, LTP, LIDF, LAP e Oilinvest. Non tutte le controllate hanno però uguale peso. LAFICO E LTP riuniscono infatti quasi il 28%. Allo stesso modo però il fondo è pieno di liquidità visto che, secondo gli ultimi dati disponibili, il 28% degli asset è cash. Complice anche la questione sanzioni, tre anni fa, Mohamed annunciò che la società si sarebbe concentrata sul processo di ricostruzione nazionale puntando molto sul real estate e sulle infrastrutture. Ora la fine delle limitazioni cambierà le carte in tavola consentendo al fondo di fare le proprie scelte di investimento.

Difficile fare previsioni. Ma di certo in passato i flussi di investimento libici in Italia sono stati rilevanti. Secondo l'ultimo report disponibile (datato 2019, ma aggiornato a giugno 2023), LAFICO aveva lo 0,3% della Fiat per un controvalore da 18 milioni e il 2% della Juventus (21 milioni). Ma soprattutto la Oil Invest registrava fra le controllate TAMOIL Italy spa, società creata nel 1986, proprietaria di 1.557 stazioni di servizio con una quota di mercato pari all'8,6% del totale per circa 411 milioni. Abbastanza per far decollare nuovamente le relazioni economiche fra i due Paesi. 

Fiorina Capozzi - Blog personale
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